C’è spazio per riviste e giornali nel marketing di oggi?
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Controllo e tracciabilità sono due caratteristiche tipiche della maggior parte delle attività di marketing digitale. Poter verificare quali sono i risultati delle tue azioni di comunicazione e che revenue stai generando è un vantaggio del web a cui è difficile rinunciare.
Riviste e giornali sono un canale di comunicazione che prima o poi un’azienda deve prendere in considerazione. In generale, mancano proprio del controllo e della tracciabilità tipici degli asset digitali. C’è spazio per loro nelle strategie di marketing di un’azienda contemporanea?
Trovare una collocazione strategica a riviste e giornali
Qualsiasi azione di marketing deve essere inserita all’interno di una visione d’insieme ampia, che va dalle attività di brand awareness al tentativo di conversione.
I giornali e le riviste non sono certo un asset “bottom-of-the-funnel”. Per dirla in modo più semplice, difficilmente generano nuovi clienti od opportunità di business. La loro natura informativa si presta bene a una comunicazione istituzionale e allo sviluppo di un’identità di brand.
È molto importante considerare anche la testata scelta. Le riviste di settore sono lette da decision-maker che potrebbero rappresentare tuoi potenziali clienti: in questo caso, contenuti più tecnici legati alle soluzioni che offri o all’innovazione che porti nel tuo campo funzionano bene. Una testata generalista, letta da chiunque, è il posto giusto per parlare di territorialità e impegno sociale.
In entrambi i casi è bene ricordare che stiamo lavorando esclusivamente sulla brand awareness, cioè sul riconoscimento della nostra azienda come realtà rilevante nel settore in cui opera.
Valutare il rapporto costi/benefici
Di norma, uscire con un articolo o una pubblicità su un giornale è una spesa considerevole. Perlomeno se paragonata ai costi minimi di una campagna pubblicitaria online.
Di conseguenza, molti fanno il ragionamento secondo cui, se un giornale viene letto da 100.000 persone e pubblicizzare sulla testata costa 5000 € ma con 5000 € su Google Ads si raggiungono 600.000 persone, è meglio comunicare sul web.
Le cose non sono così semplici. Il giornale o la rivista possiedono un loro pubblico fidelizzato e un’autorevolezza che viene implicitamente trasmessa al soggetto dell’articolo. Quindi questi canali permettono spesso di accedere a un nuovo pubblico attraverso la mediazione di una terza parte (la rivista stessa) che ha maggiore credibilità della nostra azienda.
D’altra parte, è un dato di fatto che gli strumenti digitali ci danno più controllo e maggiore portata a parità di costo. Quindi dobbiamo considerare attentamente se, all’interno della nostra strategia di marketing, abbiamo più bisogno di posizionare la nostra azienda agli occhi del pubblico o generare rapidamente introiti.
Definire le priorità
Anche se ogni settore è diverso, possiamo tentare di definire una regola generale. Dove il budget è limitato, il funnel che rappresenta il processo di acquisto deve essere affrontato dal basso verso l’alto. Quindi prima si lavora sui clienti più prossimi a finalizzare la conversione, poi si risale con attività e contenuti adatti a persone meno pronte a comprare.
Il motivo è semplice: prima si inizia a monetizzare, più si può investire. E la cosa più facile è intercettare persone nella fase finale del processo di acquisto. Se questo aspetto del marketing non è già attivo ed efficace, non puoi prendere in considerazione attività di brand awareness.
Riviste e giornali sono canali di comunicazione da integrare nella tua strategia quando il tuo marketing digitale è solido e generi contatti qualificati nelle fasi più avanzate del processo di acquisto!
Molti marketers pensano che riviste e giornali siano morti. Noi non la pensiamo così: si tratta di canali di comunicazione che, inseriti in una strategia corretta, possono migliorare la reputazione del tuo business.
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